Il CONFLITTO
- Laura Romagnoli

- 10 nov 2023
- Tempo di lettura: 3 min
"Non siamo fatti di sola luce"
Le persone che intraprendono insieme a me un percorso psicologico sanno che inizieremo il nostro viaggio condividendo un assunto di base: siamo fatti di luce ma anche di zone d'ombra, e sarà in queste ultime che avremo bisogno di addentrarci per cercare nuove risorse ed alleati.

Nell'oscurità, intesa come luogo psichico comprensibile attraverso sensibilità e intuizioni piuttosto che strategia e ragionamento, si annidano le parti di noi più fragili e magari traumatizzate da eventi passati. Queste, temendo di mostrarsi per come sono in realtà, agiscono in genere sotto mentite spoglie dando origine a comportamenti non sempre costruttivi.
UNA QUESTIONE DI TERRITORIO
La parola conflitto deriva dal latino cum-fligĕre che letteralmente significa "urtare una cosa contro l'altra" e fa perciò riferimento ad uno scontro. Ad entrare in collisione può essere un'altra persona con le sue affermazioni, idee, o comportamenti oppure una parte di noi stessi/e che emerge improvvisamente e sembra metterci i bastoni tra le ruote.
In entrambi i casi, il conflitto sembra proprio essere un aspetto fondamentale delle relazioni umane in quanto ha la peculiarità di stabilire e abbattere confini di varia natura; limiti esistenti in ogni rapporto interpersonale all'interno del quale occupiamo uno spazio psichico oltre che fisico.
CoMFORT
Non è restando seduti comodamente in poltrona che evolveremo. La crescita, sia personale che all'interno di una relazione, avviene infatti nel momento in cui ci rinnoviamo e ciò a sua volta accade quando avvertiamo un'insoddisfazione che ci fa muovere in direzione di un nuovo bisogno.
Il conflitto diventa allora un'occasione: per esprimere un pensiero testandone l'efficacia, per ridefinire la propria posizione relazionale, per attribuire maggiore valore ad un legame (che, se sopravvive alla difficoltà, può essere considerato profondo e duraturo).
Come mai allora le discussioni e i confronti accesi, a volte esplosivi, sono così poco desiderabili?
Il motivo sta nell'inclinazione che abbiamo tutti a sentirci minacciati da chi ci contraria e nella difficoltà ad esprimersi con autenticità senza volere necessariamente cambiare le idee dell'altro/a.
SEMPRE PIÙ IN ALTO
Quando uno scontro si caratterizza per un aumento sia di intensità che di aggressività/violenza allora diremo che ha subito una escalation e vedremo perciò le persone coinvolte, pervase dalle emozioni del momento, attaccarsi a livello personale perdendo di vista il vero argomento del dissenso.
In una situazione di questo genere, la dinamica è distruttiva e diventa molto difficile (se non impossibile) trovarvi una risoluzione pacifica che dia soddisfazione a tutte le parti coinvolte.
Secondo Thomas Gordon, psicologo statunitense, pioniere negli studi sulle abilità comunicative e sulla risoluzione di conflitti, è tutta una questione di ascolto.
Nella maggior parte dei casi, all'interno di un conflitto in escalation, ognuno vuole prevaricare mantenendo l'attenzione su quanto vuole dire/urlare ma senza comprendere se l'altro sta effettivamente cogliendo un senso condiviso di quelle parole.
L'ASCOLTO ATTIVO
L'ascolto cosiddetto attivo è un processo comunicativo molto efficace che aiuta ad elaborare le proprie emozioni cercando di risolvere l'incomprensione. Ha come suo aspetto cardine la disponibilità a mettersi nei panni dell'altro cercando di capire e accogliere ciò che prova, non per un particolare senso di generosità ma perché è solo partendo da qui che si potrà ottenere un risultato e si eviteranno pericolosi braccio di ferro.
Per risolvere un conflitto, inoltre, è fondamentale parlare in prima persona cercando di spiegare nella maniera più chiara possibile quali sono gli effettivi comportamenti dell'altro che potrebbero aver dato origine ad emozioni sgradevoli. Questa strategia rivela la sua efficacia se ci si riferisce ad azioni che anche l'altra persona può riscontrare come avvenute nella sua realtà, diversamente il rischio è quello di cadere nell'interpretazione che è di per sé molto soggettiva e dunque ulteriore terreno di scontro.
Una volta abbassata l'intensità delle emozioni provate, si potrà guardare al problema con rinnovata lucidità e trovarne effettiva soluzione.


